Pterigio: cause, sintomi e cure
Lo pterigio è una patologia che colpisce l’occhio. Si presenta come crescita anomala di tessuto che coinvolge la congiuntiva e la cornea. La sua conformazione ricorda l’ala di un insetto, da qui il nome pterigio che deriva dal greco antico πτερύγιον e che significa per l’appunto “piccola ala”. E’ una malformazione di origine benigna che colpisce per lo più in età adulta e ha una maggiore incidenza negli uomini
Essendo una malattia degenerativa, lo pterigio può aumentare di spessore o dimensione fino a coprire la cornea deformandola fino a causare un calo del visus. Inoltre, non regredendo spontaneamente, l’unico trattamento efficace è l’asportazione chirurgica.
Cause dello pterigio
Le cause di questa patologia oculare non sono ancora ben note, ma si è riscontrato che colpisce soprattutto individui che trascorrono molto tempo all’aperto e dunque esposti per lungo tempo ad agenti atmosferici e alla luce solare. Per questo è molto comune negli individui che svolgono attività all’aperto e che non utilizzano protezioni adeguate per gli occhi. Questa lunga esposizione agli agenti atmosferici e alla luce solare e le irritazioni croniche possono favorire l’insorgenza dello pterigio.
Lo pterigio si forma, nella gran parte dei casi, nel settore nasale della zona esposta della congiuntiva. La sua causa risiede nella perdita delle speciali cellule “di confine” (cellule staminali corneali) che, normalmente, impediscono al tessuto congiuntivale di invadere la cornea.
Sintomi e diagnosi
In linea generale, i pazienti affetti da questa patologia non presentano sintomi specifici. Occasionalmente, il paziente può avvertire come la sensazione di corpo estraneo nell’occhio e possono insorgere stati infiammatori quali arrossamento continuo, lacrimazione eccessiva, bruciore. La diagnosi è semplice. Basta una visita oculistica per diagnosticare uno pterigio oculare. Per monitorare l’evoluzione della malattia si effettuano esami specifici quali:
- OCT (Topografia Ottica Computerizzata) del segmento anteriore, uno strumento di diagnostica per immagini che permette di ottenere una visione precisa della cornea e dei tessuti coinvolti dallo pterigio.
Topografia corneale che studia la curvatura anteriore della cornea e la sua morfologia. Questo esame è indispensabile per monitorare l’avanzamento dello pterigio.
Trattamento chirurgico dello pterigio
In passato sono stati proposte numerose tecniche chirurgiche per questa patologia, dalla semplice asportazione a complicati (e fantasiosi) interventi di plastica congiuntivale, per la prevenzione delle recidive che sono molto frequenti.
L’intervento di autoinnesto della congiuntiva è l’unico intervento realmente efficace per l’eliminazione della patologia, poiché associa una bassa percentuale di recidive (inferiore al 10%) ad un ottimo risultato estetico. Dopo aver ampiamente asportato lo pterigio, si preleva una piccola sezione di congiuntiva da un altro settore dello stesso occhio che va a riempire la sclera esposta. Di norma, non vengono messi punti di sutura ma si usa una speciale colla biologica (colla di fibrina), un adesivo tissutale utilizzato dai chirurghi che permette un’emostasi istantanea.
L’intervento di autotrapianto della congiuntiva dura pochi minuti e si svolge ambulatorialmente in anestesia locale. Dopo l’intervento, il paziente deve eseguire terapia antibiotica a base di colliri per alcune settimane. Inoltre, per prevenire una recidiva si consiglia al paziente di proteggere gli occhi dai raggi ultravioletti con occhiali da sole con lenti a norma.
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