Iniezioni intravitreali con anti-VEGF
Le Terapie Intravitreali consistono nell’uso di farmaci che vengono iniettati, mediante un sottilissimo ago, all’interno del vitreo. Si tratta di una forma terapeutica relativamente “giovane”, cui ci si è accostati con grande cautela nell’ultimo decennio in relazione all’elevata possibilità di effetti collaterali non prevedibili sulle strutture intraoculari.
Al momento attuale, i farmaci che si giovano di questa via di somministrazione appartengono a due categorie: i farmaci anti-VEGF ed i cortisonici.
Cos'è il VEGF?
La sigla VEGF sta per Vascular Endothelial Growth Factor, traducibile come “fattore di crescita endotelio-vascolare”. Si tratta di un mediatore chimico in grado di stimolare l’angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi. Il suo compito è quello di ripristinare la circolazione sanguigna e l’apporto di ossigeno laddove questi sono deficitari. Dopo un’occlusione vascolare, ad esempio, oppure in corso di diabete (che danneggia il microcircolo) le cellule “affamate” di ossigeno e nutrimenti producono VEGF allo scopo di richiamare nuovi vasi (neovasi).
Perchè inibire il VEGF?
La formazione di nuovi vasi, detta “neovascolarizzazione“, nasce quindi come un evento positivo volto alla guarigione, ma presenta un rovescio della medaglia non indifferente a livello oculare: i neovasi sono fragili, hanno pareti non impermeabili, si rompono facilmente e possono quindi essere responsabili di edema, essudazione, emorragie. Talora, inoltre, crescono in maniera disordinata invadendo i tessuti adiacenti a quelli che li hanno richiamati quali il vitreo, l’iride, l’angolo camerulare, rendendosi così responsabili di gravi fatti patologici: si pensi agli stadi avanzati della retinopatia diabetica ed al glaucoma neovscolare. Si comprende quindi come bloccare il VEGF sia un passo fondamentale nel trattamento delle malattie oculari di origine neovascolare: degenerazione maculare senile e retinopatia diabetica innanzitutto.
Le iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF possono essere ripetute in caso di scarso risultato ovvero di recidiva della patologia. L’intervallo tra le iniezioni ed il numero delle stesse varia da caso a caso e da farmaco a farmaco e può essere compreso tra uno e diversi mesi. Di norma, il protocollo prevede 3 iniezioni intravitreali a distanza di un mese. Successivamente, il paziente viene rivalutato.
Attualmente, sono allo studio nuovi protocolli allo scopo di ridurre sia il rischio di ripetute iniezioni sia per ottimizzare i costi. E’ fondamentale valutare i protocolli migliori per ogni paziente tenendo conto non solo l’efficacia e la sicurezza ma valutando anche i costi e l’adeguatezza del trattamento stesso.
I cortisonici intravitreali
I trattamenti cortisonici intravitreali hanno lo scopo di portare una elevata concentrazione di farmaco a livello delle strutture intraoculari senza esporre il paziente ad un trattamento sistemico, che potrebbe dar luogo a gravi effetti collaterali ovvero essere del tutto controindicato (come nel caso dei diabetici).
Vengono utilizzate preparazioni cortisoniche a lento rilascio e lunga durata di azione, in modo da garantire un effetto prolungato.
Perchè iniettare cortisone nell’occhio?
Le indicazioni principali sono fondamentalmente due:
- le infiammazioni intraoculari profonde (note come uveiti), che sono frequentemente associate a malattie reurmatiche ed autoimmuni
- l’edema maculare, una condizione particolarmente comune (e particolarmente invalidante) proprio nei soggetti diabetici.
I possibili effetti collaterali (glaucoma, cataratta) rendono molto delicata la decisione di procedere ad un trattamento cortisonico intravitreale. L’indicazione viene data valutando e bilanciando rischi e benefici del trattamento stesso.
Di norma, il protocollo prevede una iniezione ogni 4-6 mesi.
Le iniezioni intravitreali sono dolorose?
L’intervento é molto semplice e meno invasivo di molti altri. Le iniezioni intravitreali non sono dolorose e vengono ben tollerate dalla maggior parte dei pazienti. L’occhio viene anestetizzato mediante l’instillazione di colliri.
Dove si eseguono?
L’iniezione intravitreale viene eseguita in camera operatoria, un ambiente sterile, con aria microfiltrata e tutte le sicurezze.
La preparazione del campo avviene come in ogni intervento:
- pulizia delle ciglia, disinfezione delle palpebre e del sacco congiuntivale con preparati a base di iodio prima e dopo l’iniezione;
- si impiegano esclusivamente materiali monouso: guanti, vesti, telino, siringa, asciughini e quant’altro sono utilizzati per un solo paziente e poi gettati;
- al paziente viene prescritta profilassi antibiotica, che inizia a casa il giorno precedente.
Durante la procedura è previsto monitoraggio cardio-respiratorio.
Profilassi antibiotica e controllo post-intervento
La antibiotico-profilassi inizia il giorno precedente l’iniezione e comprende:
- un antibiotico locale (collirio), che riduce la popolazione batterica nel sacco congiuntivale;
- in alcuni casi, un antibiotico sistemico ad elevata capacità di penetrazione endovitreale.
Le visite di controllo vengono programmate individualmente sulla base della patologia e del farmaco utilizzato.
Per ricevere informazioni o prenotare una visita presso Orao, studio oculistico Lecce, chiama il numero 0832 1592223.